Il presidente di Green Cross ha inaugurato all’Istituto “Maredolce” l’aiuola della legalità, dedicata all’ex alunno, agente della scorta del giudice Borsellino
A inaugurarla il 23 gennaio il presidente Elio Pacilio, ospite d’onore della cerimonia. «L’attenzione per l’ambiente è un testimone fondamentale della legalità – ha dichiarato il presidente di Green Cross -. Speculazioni edilizie, discariche abusive, deturpazione del paesaggio sono spesso aspetti con una chiara impronta mafiosa. Essere cittadini onesti significa occuparsi attivamente del territorio e per questo abbiamo voluto premiare la consapevolezza e l’attenzione dimostrate dagli alunni dell’istituto Maredolce».
La scuola di Palermo ha vinto il concorso Immagini per la Terra con un lavoro d’inchiesta che denuncia proprio il degrado ambientale di cui è vittima l’Oreto, il fiume che attraversa il quartiere Brancaccio, alla periferia della città. Il giornalino monografico “Il fiume e la città” affronta i gravi problemi ambientali del territorio, l’illegalità, l’abusivismo edilizio, la grave alterazione della flora e della fauna locali.
Testimonianza di legalità e rispetto dell’ambiente è anche l’ulivo che è stato piantumato nell’aiuola dell’istituto. L’albero è stato dedicato alla memoria di Claudio Traina, agente della scorta del giudice Borsellino, morto nella strage di via d’Amelio ed ex alunno della scuola.
Dopo l’inaugurazione dell’aiuola, ha preso il via la terza edizione della manifestazione “Scortiamo la legalità”. «L’iniziativa ha avuto tante sfaccettature – ha detto la professoressa Giuseppina Vitale -: abbiamo voluto mettere in pratica il rispetto per l’ambiente, lo sport e l’arte, perché sono buone pratiche a favore della legalità. A causa del degrado ambientale, figlio dell’illegalità degli anni ‘70, questo quartiere ha cemento e palazzi al posto degli agrumeti e la nostra scuola non ha nemmeno un filo d’erba».
Il palazzetto dello sport Palaoreto ha ospitato le gare sportive e le esibizioni artistiche degli studenti dell’Istituto “Maredolce”. A tutela della legalità e del valore della memoria, ci sono state le testimonianze dei familiari delle vittime di mafia. Erano presenti, tra gli altri: Luciano Traina, fratello dell’agente di polizia morto nell’attentato; Claudio Fava, figlio del giornalista Giuseppe ucciso da Cosa Nostra; Graziella Accetta, mamma di Claudio Domino, un bambino di 11 anni assassinato perché testimone involontario di attività illecite mafiose.
25 GEN 2018
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